Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri
"Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri"
E' questa l'esortazione, l'appello, il desiderio, la missione che Papa Francesco ha comunicato dall'inizio del suo Pontificato.
La domanda per i cristiani è come essere poveri in spirito pur essendo materialmente ricchi, perché quando stiamo creando ricchezza, stiamo aiutando gli altri e non abbiamo la possibilità di mettere fine alla società commerciale in nome dei poveri. Dobbiamo imparare lo spirito di distacco, vivendo in mezzo alle ricchezze del mondo, non è un compito facile, ma è possibile se ci pensiamo correttamente. E proviamoci. «Così è – ha osservato Papa Francesco – tutto l'amore di Dio, per arrivare a noi, prende la strada dell'umiltà». È questo ciò che ha preferito per esprimere il suo amore agli uomini, all'opposto – ha stigmatizzato – degli "idoli forti", che "si fanno sentire, che dicono: 'qui comando io'". Invece, ha ripetuto il Pontefice, il nostro Dio – che "non è un Dio finto", "un Dio di legno, fatto dagli uomini" – "preferisce andare così, per la strada dell'umiltà". Che è la stessa seguita da Gesù, una strada che si è abbassata fino alla Croce.
Per un cristiano, ha proseguito il Papa, «è questa la regola d'oro", è "progredire, avanzare e abbassarsi». «Non si può andare su un'altra strada. Se io non mi abbasso – ha insistito – se tu non ti abbassi, non sei cristiano». Tuttavia, «essere umili non significa andare per la strada" con "gli occhi bassi". Non è stata quella, ha spiegato, l'umiltà di Gesù, né di sua Madre o di Giuseppe. Imboccare la strada dell'umiltà fa sì, ha affermato Papa Francesco, "che tutta la carità di Dio venga su questa strada, che è l'unica che Lui ha scelto: non ne ha scelto un'altra". Anche il "trionfo della Risurrezione", ha osservato, segue questa rotta, "il trionfo del cristiano" prende il "cammino dell'abbassarsi". Chiediamo, ha concluso Papa Francesco, "la grazia dell'umiltà, ma di questa umiltà, che è la strada per la quale sicuramente passa la carità", perché se non c'è umiltà, l'amore resta bloccato, non può andare». Avvenire (con il presidente della Chiesa evangelica in Germania, Schneider
"E' tempo che mi decida anch'io a servire i poveri; è tempo che vada anch'io a pregare con semplicità la Madonna perché possiamo tutti camminare nella fede, è tempo che mi metta anch'io nella sequela del Crocifisso, per evitare il rischio di essere inutile.
Forse per questa disponibilità a lasciarsi condurre riconosceremo la vita di una Chiesa che non ti aspetti e potremo addirittura essere pietre vive.
Papa Francesco ci invita a riconoscere "la priorità della fede e il primato della carità", perché la fede cristiana è vuota se non si traduce in un modo nuovo di nuovo di vivere lle relazioni xoi nostri simili, così come la carità – se non può appoggiarsi su una fede autentica – rischia di essere cieca e indeterminata: perché dovrei amare anche chi non se lo meita, fino a che punto devo esercitare l'amore, posso porre delle condizioni nel volere bene al prossimo?